SARNANO SPEGNE 758 CANDELINE  E  FESTEGGIA IL SUO STEMMA DONATO DA SAN FRANCESCO

SARNANO SPEGNE 758 CANDELINE E FESTEGGIA IL SUO STEMMA DONATO DA SAN FRANCESCO

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Da sette secoli è il sigilllo del comune e campeggia in cima alla sede del muinicio,  ma ora il cosiddetto “Serafino di Sarnano”, l’angelo di fuoco  donato da san Francesco come stemma del paese, trasloca in Piazza Alta e diventa anche una scultura.

Nel giorno del suo 758esimo compleanno, Sarnano  festeggia  così la sua nascita come comune libero avvenuta il primo giugno del 1265,  inaugurando un nuovo gruppo scultureo firmato dal maestro Fabrizio Salvi che ha immortalato  nel bronzo una leggenda che si tramanda di generazione.

Secondo la tradizione, agli esordi della comunanza di Sarnano, i signori delle cinque contrade della zona erano in disaccordo riguardo allo stemma da adottare.

Volle il caso che la questione arrivasse alle orecchie di San Francesco, che in quel periodo si trovava nel vicino convento di Roccabruna.

Il Santo e i litiganti si incontrarono nella zona di Campanotico, a metà strada tra il villaggio, il convento e il castello dei signori di Brunforte, che all’epoca avevano il dominio di questo territorio.

Si narra che San Francesco, ascoltate le ragioni di tutti, si inginocchiò a terra e, con l’estremità del suo cordone, impresse su una pergamena un volto circondato da sei ali: il Serafino, lo stesso angelo che gli apparve quando ricevette le stimmate.

Quel simbolo era un dono del Santo alla comunità e anche un invito ad affrontare pacificamente le questioni che si sarebbero presentate da lì in avanti.

Fu così, che i primi sarnanesi smisero di discutere ed ebbero finalmente il loro sigillo., che oggi campeggia in piazza.

Eppure lo stemma non è l’unico dono lasciato da San Francesco qui a Sarnano.

Le sue tracce sono ovunque, ancora custodite nel palazzo comunale, un tempo parte del complesso francescano e poi nella biblioteca grazie al suo prezioso fondo librario, ma anche nell’eremo di Soffiano e nel convento di Roccobruna, tappe queste di un nuovo itinerario francescano su cui il piccolo borgo terremotato vuole puntare per rilanciare il turismo dopo il sisma.